Dallo spirito critico alle idee sbagliate sul medioevo: la storia del passato raccontata da chi la riconosce nel presente

14 febbraio 2018 Francesco Ledda0 commenti postato in interviste

Docente ordinario di Storia medievale presso l'Università degli Studi del Piemonte Orientale ed esperto di quella militare, il professor Alessandro Barbero è sicuramente uno degli storici più conosciuti in Italia e vanta numerose collaborazioni con alcuni dei volti più noti della divulgazione come Piero Angela, Paolo Mieli e Corrado Augias. Presente a tutti i maggiori festival culturali, autore di numerose pubblicazioni  e vincitore del ‘’Premio Strega’’ nel ’96 con il libro Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, il professore terrà alcuni interventi qui a Cagliari il 21 e il 22 febbraio prossimi. Vista la favorevole opportunità di imparare qualcosa, dopo aver prenotato qualche biglietto, noi di Novus abbiamo anticipato l’occasione e gli abbiamo posto qualche domanda riguardo la sua passione per la storia.

1) Quando e come ha cominciato ad appassionarsi alla Storia?

 “Da bambino. Appena ho imparato a leggere ho cominciato a leggere "Storia illustrata", un mensile che c'era allora in edicola, che mi affascinava enormemente, e a leggere tascabili di storia. Allora quello che mi appassionava era la storia militare - Napoleone, le due guerre mondiali -, e questa passione mi è rimasta, ma diventando adulto si è allargata agli altri aspetti della storia”.

 2) Perché per lei è importante lo studio della Storia?

 “Proprio perché per me è una passione, anzi una droga, è l'unica cosa che mi appassiona veramente. Poi, se la domanda intendeva piuttosto "perché è importante che si studi la storia", ebbene, direi per due motivi: perché la storia è un enorme catalogo di tutte le cose fatte in passato dagli uomini, e non saperne niente ci renderebbe molto più deboli e vulnerabili; e perché studiare la storia aguzza lo spirito critico, insegna a non credere a tutto quello che si sente o si legge, a cercare le fonti di ogni affermazione, e questo è un esercizio indispensabile nella vita”.

 3)  Nella sua carriera, qual è stata l’esperienza che ha trovato più gratificante?

 “L'esperienza più gratificante è la ricerca in sé. Ovviamente è gratificante anche veder pubblicato il tuo libro, vederlo nella vetrina di una libreria; è gratificante parlare all'auditorium di Roma davanti a 1200 persone; è gratificante fare la televisione. Ma non c'è niente di così appassionante come essere soli in archivio o in biblioteca, davanti a una pergamena da decifrare o a una pila di libri in cui cercare informazioni sull'argomento che ti sta appassionando”.

 4)  Quali sono le eredità più significative che il Medio Evo offre all’epoca contemporanea?

 “Supponete di raccontare a un amico che siete andati a sentire una lezione all'università o che siete andati in comune per una pratica, o in banca per un prestito, o in chiesa per sentire la messa o per chiedere qualcosa al parroco; o che vi siete messi gli occhiali, avete sfogliato un libro, giocato una partita a scacchi, mangiato un piatto di maccheroni col parmigiano grattugiato... Bene, un uomo del tempo di Giulio Cesare non capirebbe neanche una di queste parole, un uomo del tempo di Dante capirebbe tutto!”.

Grazie professor Barbero e al prossimo incontro per ascoltare e poi riferire a tutti qui su Novus.

Francesco Ledda

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